di Giuseppe Longo
Sono ormai 25 anni che nell’ultimo fine settimana di maggio si rinnova in tutt’Italia l’appuntamento con Cantine Aperte, la grande festa dell’enoturismo. E naturalmente tutto questo si rinnova anche in Friuli Venezia Giulia dove una sessantina di aziende sono pronte, tra domani e domenica, ad aprire le porte agli ospiti che pure quest’anno si prevedono numerosi visto che le condizioni del tempo si annunciano favorevoli. La manifestazione, come sempre, è organizzata dalla sezione regionale del Movimento turismo del vino, guidato con entusiasmo e competenza da Elda Felluga.
Dicevamo delle cantine partecipanti al circuito enoturistico. Il maggior numero si registra ovviamente domenica, in quanto il sabato è riservato alle proposte collaterali. Dunque, nella giornata festiva le aziende visitabili dalle 10 alle 18 saranno esattamente 59. La parte del leone la fa come sempre la provincia di Udine con 35 cantine, segue quella di Gorizia con 17, quindi Pordenone con 6 e infine Trieste con una soltanto. Sono grosso modo rappresentate tutte le Doc e Docg offrendo così un ricco panorama sul Vigneto Fvg.
Porte aperte dunque agli enoturisti e comunque agli appassionati di un buon bicchiere che in questo tour certamente non manca. Di solito, protagonisti sono i giovani che si trasferiscono da un’azienda all’altra formando allegre e vivaci comitive. Ma sicuramente anche stavolta saranno tante le famiglie con bambini e ragazzi che beneficiano di una bella giornata nell’aria buona delle nostre campagne. La formula ormai è più che collaudata e si rinnova all’insegna del motto “Vedi cosa bevi”. I partecipanti hanno infatti la possibilità di visitare i vari settori delle cantine, passando dall’area della pigiatura a quella della prima fermentazione e quindi via via nelle sale di affinamento e di invecchiamento, dove cambiano i tipi di contenitori passando di solito dalle vasche in acciaio alle botti in legno di diverse capacità fino a giungere alle barrique. Ovviamente, gli ospiti hanno l’opportunità di ascoltare le spiegazioni degli stessi vignaioli e degli enologi su come avviene il ciclo produttivo e quindi degustare i vini. E se sono di loro gradimento anche tornare a casa con qualche bottiglia a ricordo della bella giornata. Dopo tutto, in azienda si spende meno che al supermercato sotto casa.
Dicevamo all’inizio anche di proposte collaterali. Nella serata di sabato alcune cantine organizzano la ormai tradizionale Cena con il vignaiolo oltre a degustazioni enogastronomiche distribuite però nelle due giornate. Tra le varie iniziative, e sono davvero tante, emerge come sempre il Piatto Cantine Aperte, ma solo domenica. Oltre a ricordare che pure quest’anno ci sarà la benemerita iniziativa del Winebus: domenica oltre a partire alle 9 da Trieste, uno muoverà anche da Treviso. Il rientro in entrambe le città alle 19. Infine, anche quest’anno spazio alla solidarietà con il kit degustazione Pro Unicef a favore dei bambini in gravi difficoltà. Comunque, meglio non dilungarsi oltre perché basta andare sul sito www.cantineaperte.info e scaricare il programma completo di aziende, indirizzi e ogni utile informazione. E allora enoturisti, pronti via! È il vostro grande momento.
Belle le rose accanto alle viti.
<N.d.R. Belle ma soprattutto utili
Non tutti sanno che la coltura delle rose nei vigneti, in particolare all’inizio dei filari, è una pratica utilizzata fin dall’antichità. La rosa ha, infatti, una funzione ben precisa: è una sentinella, chiamata anche “pianta spia”, in grado di prevenire le “malattie” del vigneto. La rosa è una pianta che manifesta in tempi prematuri rispetto al filare (circa una settimana prima), i sintomi di eventuali attacchi di patologie fitopatiche e fisiopatiche, in presenza di parassiti, così come carenze minerali derivanti dal terreno. La pianta, insediata in testa ai filari, ha quindi il compito di monitorare lo stato di salute del filare, favorendo un intervento rapido del viticoltore in caso la coltivazione viticola fosse minacciata da una malattia.
In passato, soprattutto in Francia, la rosa, oltre alla sua funzione preventiva, serviva a segnalare la fine dei filari ai carri, aiutando i cavalli a fare manovra senza travolgere le colture. >