di Giuseppe Longo

E’ in atto in Italia e all’estero una timida, ma incoraggiante, ripresa per l’allestimento delle opere di Antonio Smareglia, musicista di cultura mitteleuropea nato a Pola nel 1854, morto a Grado nel 1929 e sepolto a Trieste, città dove visse e operò a lungo. Di lui si è parlato recentemente a Udine in occasione della consegna dei premi del Concorso internazionale di composizione, intitolato proprio a Smareglia e organizzato dall’Accademia di studi pianistici Antonio Ricci. Ora è la volta della Croazia perché proprio questa sera, nel Teatro della città natale, capoluogo di quella terra che il musicista immortalò in “Nozze Istriane” opera applaudita proprio a Udine nel lontano 1910 -, verrà rappresentato per la prima volta, con accompagnamento al pianoforte, il lavoro giovanile più famoso di Smareglia, “Caccia lontana”, che lo compose quando frequentava il Conservatorio di Milano in pieno clima della Scapigliatura.
Era il 1871 e Antonio, appena diciassettenne, rientrato dopo un periodo di studio a Vienna e a Graz – era infatti un cittadino dell’impero austro-ungarico – lasciò Pola per la metropoli lombarda ove il maestro Franco Faccio lo avviò allo studio della composizione. Quindi Smareglia frequentò il Conservatorio e scrisse, proprio sotto la guida di Faccio, “Caccia lontana”, un atto per voce e orchestra su libretto di Giovanni Pozza. “L’opera – annota il figlio Ariberto in “Vita ed arte di Antonio Smareglia” – venne lodata in modo superlativo dalla stampa e dai critici, e ottenne un caloroso successo di pubblico”.

Smareglia all’epoca di Milano; sotto, Sofija Cingula e Jelena Štefanić.  (Foto Siniša Sović)

“Si tratta – ricorda la nipote Adua Smareglia che oggi assisterà alla rappresentazione polesana e che a Udine cura con grande impegno e passione un fornito Archivio di memorie smareglianedi uno dei principali lavori giovanili che finora è stato poco eseguito, se non in qualche piccola parte. Per cui sono molto contenta – aggiunge – che i dirigenti del Teatro popolare istriano assieme a quelli del Teatro di Varasin abbiano voluto mettere in scena questo primo importante lavoro smaregliano, largamente apprezzato come riportano le cronache del tempo. Anche dallo stesso maestro Faccio”.
E ancora: “Sono molto grata che questa iniziativa abbia visto la luce per la prima volta in Croazia e in particolare nella città di Pola, dove Smareglia nacque. Sono riconoscente, in particolare, alla professoressa Sofija Cingula perché da tempo – sottolinea la nipote del musicista – desiderava realizzare il progetto per offrire l’opportunità di conoscere anche le primissime produzioni di mio nonno. Ora è riuscita nel suo intento e per questo la ringrazio di cuore”.
Pola aveva ricordato questo suo figlio illustre, come ogni anno, il 5 maggio scorso quando ricorreva l’anniversario della nascita che avvenne, come dicevamo, nel 1854 nella casa di piazza Foro, il cui pianterreno da una quindicina d’anni è stato trasformato in un piccolo ma prezioso museo. In quell’occasione, nella sala teatro della Comunità degli Italiani, il soprano Denia Mazzola Gavazzeni aveva replicato, accompagnata al pianoforte, le parti di “Falena” che aveva cantato a Milano in occasione di una riuscitissima giornata di studio dedicata esattamente un anno fa proprio a questa famosa opera smaregliana, che pochi anni prima, con un singolare allestimento in chiave moderna, era stata eseguita con molto successo in Germania.

La targa all’ingresso del museo “Antonio Smareglia” a Pola.

E ora è nuovamente la volta di Pola, la città di Smareglia. “Voglio sperare – conclude Adua – che in un futuro molto prossimo si possano proporre altri lavori di mio nonno beneficiando della collaborazione e del sostegno degli enti e delle istituzioni che si occupano della promozione della cultura. Solo così queste meravigliose note potranno risplendere di nuova luce e riconquistare, come meritano, un posto di prestigio nell’offerta musicale di Pola e della Croazia”. Ma ovviamente l’auspicio della nipote è che questo possa avvenire anche in Friuli Venezia Giulia e in particolare a Trieste, dove ogni opera allestita al Teatro Verdi fu sempre accolta con grandi consensi da parte del pubblico e della critica.

La lapide sulla casa natale posta il 5 maggio 1990.

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In copertina, la casa natale di Antonio Smareglia, in piazza Foro, centro storico di Pola.

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