di Giuseppe Longo

Si è appena spenta l’eco di “Aria di festa” che a San Daniele ha monopolizzato la vita della cittadina collinare durante tutto lo scorso week-end fino alla giornata conclusiva di lunedì.
Grande protagonista ovviamente il prosciutto, vanto non solo della località ma di tutto il Friuli Venezia Giulia.

Un prodotto di grande pregio, tutelato ormai da molti anni dalla Dop, la denominazione di origine protetta garantita dall’Unione europea, e immesso sul mercato da una trentina di aziende associate al Consorzio del prosciutto di San Daniele, costituito già nel lontano 1961.
Queste ditte, che hanno tutte sede all’interno del territorio comunale, lavorano ogni anno quasi tre milioni di cosce provenienti dai suini allevati in undici regioni italiane.
E la diffusione del prodotto finito avviene in oltre cinquanta mercati di tutto il mondo, grazie alla notorietà conquistata dal San Daniele ovunque, oltre che logicamente in tutta la nostra penisola.
Una forza produttiva molto consistente che costituisce il motore principale del Parco Agroalimentare, lo strumento di valorizzazione e promozione del settore attraverso un marchio, nato ufficialmente diciotto anni fa come il terzo millennio.
Di queste strategie economiche si è parlato durante l’incontro che il neo assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, ha avuto con il presidente del Parco agroalimentare di San Daniele, Claudio Filipuzzi, il quale ha illustrato all’esponente della Giunta Fedriga la storia e i progetti del cluster.

Per Bini si pone la necessità di una “riorganizzazione delle deleghe dei diversi referati, in particolare di quelle sul comparto agroalimentare, per migliorare la funzionalità della gestione dei processi e favorire lo sviluppo del settore ma anche una rivisitazione delle competenze di Ersa Fvg e Promoturismo Fvg in materia di promozione agroalimentare”.

L’Assessore Regionale Sergio Emidio Bini con il

– Presidente del Parco Agroalimentare di San Daniele – Claudio Filipuzzi.

(Foto Arc Pironio) 2018

Secondo l’assessore si tratta, infatti, di un comparto strategico in relazione alla crescita del turismo in Friuli Venezia Giulia, ma “dobbiamo ragionare – ha sottolineato come riferisce una nota della Regione – in una nuova ottica superando una gestione dei referati che è, in parte, ancora legata a modelli poco funzionali dove manca una semplificazione dei processi, penso ad esempio al caso di alcuni cluster che dipendono da più direzioni centrali”.
L’assessore ha rimarcato, infatti, proprio la valenza del turismo per il Friuli Venezia Giulia, unitamente alla necessità di migliorare il sistema di accoglienza anche attraverso un’adeguata formazione degli operatori e ammodernamenti delle strutture ricettive.
“L’agroalimentare – ha aggiunto – è un volano fondamentale per far crescere ulteriormente le nostre potenzialità turistiche, ma serve una regia unica e lavorerò in questo senso”.

Bini ha sottolineato come sia:

“necessario guardare a progetti di ampio respiro in grado di generare futuro.  Il nostro territorio ha prodotti di qualità e ambienti straordinari dal mare alla montagna, ma dobbiamo avere maggior capacità di farci conoscere e per farlo servono investimenti che – ha evidenziato – non rappresentano dei costi.   Qualsiasi impresa che voglia crescere deve investire in risorse umane, strutture, formazione e, in modo analogo, deve fare la Regione”.

Positivo il giudizio dell’assessore regionale alle Attività produttive sui cluster:

“Sono ottimi strumenti, reali motori di sviluppo che superano la logica provinciale. La Regione non mancherà di valorizzarli e supportarli.   In questo senso, chi mi ha preceduto ha lavorato bene e da questa base di partenza si può iniziare a creare ulteriore sviluppo tenendo presente che nella gestione della cosa pubblica vige la stessa regola delle aziende private: bisogna investire su progetti lungimiranti che vanno portati avanti con capacità e competenza”.

Ricordiamo, infine, che il Parco agroalimentare di San Daniele da tre anni è riconosciuto quale gestore del cluster dell’agroalimentare regionale, con l’obiettivo di sviluppare le potenzialità dei vari comparti e delle filiere agricole e alimentari del Friuli Venezia Giulia tra soggetti pubblici e privati.

Come dire la strategia complessiva per fare veramente di questo settore un elemento chiave dell’intera economia.

Del Parco attualmente fanno parte una dozzina di Comuni che hanno allargato la base associativa dei sette che inizialmente rappresentavano la zona collinare per eccellenza.  Vale a dire, oltre allo stesso San Daniele che ne è capofila, Coseano, Dignano al Tagliamento, Fagagna, Forgaria, Ragogna e Rive d’Arcano.

In copertina : prosciutti di San Daniele, principale prodotto del Parco agroalimentare.

 

<N.d.R. clicka qui per  rivedere i due articoli correlati : >

“Aria di festa a San Daniele il prosciutto è protagonista”

“Aria di festa, giù il sipario ma si parte per lo Stivale”

, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,
Similar Posts
Latest Posts from 2018.friulivg.com

Lascia un commento