di Giuseppe Longo
Quella che, per alcuni bianchi di grande pregio, è già cominciata è anche la seconda vendemmia per il Pinot grigio dopo il riconoscimento della Doc delle Venezie, la denominazione interregionale (un po’ come per il Prosecco) che ai vigneti friulani – famosi per un vino che ha saputo conquistare il mondo – ha associato anche quelli, ben più consistenti, del Veneto e della Provincia di Trento: in tutto oltre 20 mila ettari che, nel primo anno hanno consentito di ottenere più di un milione di ettolitri di prodotto certificato (pari al 73% del raccolto) equivalente a oltre 130 milioni di bottiglie di vino rivendicato a Doc e molto richiesto dai mercati esteri, “a conferma di un trend che – rassicurava alcuni giorni fa Albino Armani, presidente del Consorzio di tutela, in una nota Ansa – prefigura la giacenza zero prima di fine campagna (dicembre 2018)”.
Meglio di così? Come dire che il Pinot grigio del Nord-est vola e promette nuove soddisfazioni ai produttori. A cominciare da questa nuova vendemmia che si annuncia ottima, “molto buona per qualità e quantità – sono ancora le parole di Armani – con una crescita stimata tra il 15 e il 20% sullo scorso anno come anticipato dalle previsioni della Regione Veneto e dell’Osservatorio del vino Uiv Ismea”.
Pinot grigio, dunque, in buona salute che promette di crescere ancora con robustezza. Ma questo è solo un aspetto del variegato Vigneto Fvg, nel quale un altro fenomeno da monitorare con attenzione è quello del già ricordato Prosecco, senza però perdere di vista la Ribolla gialla, altro vitigno in forte crescita di interesse e che può riservare risultati notevoli se gestito correttamente. Tre “casi” insomma della nostra vitivinicoltura che passeranno sotto la lente di Assoenologi Fvg che per domani, 20 agosto, ha convocato l’annuale incontro prevendemmiale – in realtà a raccolta già iniziativa vista la precocissima maturazione di certe varietà – che costituisce il momento più importante dopo gli impegni del Congresso nazionale, 73° edizione, che si era tenuto con una brillante riuscita ai primi di luglio a Trieste. Un incontro che coincide anche con l’avvio della stagione più impegnativa per questi tecnici della vite e del vino guidati da Rodolfo Rizzi che devono tradurre in grandi etichette quanto le vigne hanno prodotto.
Tecnici impegnati in una degustazione al Congresso nazionale di Trieste.
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Una riunione, dunque, molto importante e attesa per tastare il “polso” al settore vitivinicolo di casa nostra attraverso l’analisi di professionisti competenti con il quale vivono a stretto contatto tutto l’anno, seguendo l’evoluzione stagionale in campagna e in cantina.
Curato dal consigliere Roberto Marcolini, il summit si terrà appunto domani, lunedì, alle 18.30 a Villa Nachini Cabassi, in piazza XXVII Maggio, a Corno di Rosazzo (dove ha sede anche il Consorzio di tutela dei vini Doc e Docg Colli orientali del Friuli e Ramandolo).
Interverranno: Claudio Fabbro, moderatore;
Adriano Gigante, presidente Consorzio Doc Fvg, per un saluto;
Marco Virgilio, meteorologo, “Andamento meteorologico Primavera-Estate 2018”;
Gabriele Marchi, Consorzi Pianura Fvg, “Mal dell’esca: fattori determinanti, cura e risultati ottenuti”;
Giovanni Bigot, Consorzi Collina Fvg, “Stato sanitario delle uve 2018”;
Paolo Sivilotti, Università di Udine, “Andamento della maturazione delle uve”;
Gianluca Fregolent, direttore dell’Icqrf, “Aggiornamenti normativi”.
Infine, per le conclusioni, interverrà, introdotto dal presidente Rizzi, l’assessore regionale all’Agricoltura, Stefano Zannier.
Il presidente Rodolfo Rizzi all’apertura del Congresso nazionale Assoenologi a Trieste.
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Sarà dunque molto interessante ascoltare le valutazioni provenienti da “osservatori” privilegiati, anche se le indicazioni qualiquantitative sulla vendemmia dovrebbero essere in linea con quelle già citate per il Pinot grigio delle Venezie e con quelle anticipate nei giorni scorsi da Roberto Felluga, per conto di Confagricoltura Fvg, che lasciano prevedere un aumento del 10-15% dei quantitativi raccolti rispetto all’anno precedente – che, però, era stato piuttosto scarso -, con punte di qualità notevoli dovute anche all’andamento dell’estate che tutti conosciamo.
Quindi, lasciamo la parola ad Assoenologi e agli esperti che la sezione regionale della organizzazione ha invitato, appunto, a Corno.
Filari di Pinot grigio in un vigneto dei Colli orientali nel Cividalese.
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E giusto per concludere la breve disquisizione sul Pinot grigio, ricordiamo ancora le osservazioni del presidente Armani a proposito dell’esordio molto positivo della Doc interregionale: “Segno evidente – sottolieneava ancora – di quanto i mercati internazionali abbiano capito e accolto la nostra proposta di una filiera tracciabile che punta a riposizionare il Pinot grigio italiano del Nord-est con una forte identità territoriale”.
Insomma, “numeri inequivocabili di una tendenza complessivamente positiva” che delinea il quadro in cui è avvenuta anche “la cessazione definitiva dell’imbottigliamento dell’Igt a partire dal 1° agosto 2018, chiudendo una fase storica del Pinot grigio del Nord-est”.
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in copertina: grappoli di Pinot grigio sui Colli orientali del Friuli
Una bella immagine di vigneti dei Colli orientali del Friuli.
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la foto di copertina per esteso