di Gi Elle

Il miglior piatto con la Pitina Igp? Lo trovate al ristorante La Torre di Spilimbergo, proprio nel bellissimo centro storico della cittadina medioevale in riva al Tagliamento. Ed è intitolato “Interpretazione Pitiniana”, come dire che si tratta di una sinfonia di sapori fra i quali il grande protagonista è proprio quello del celebre salume delle Valli Pordenonesi dalla scorsa estate tutelato dall’Unione Europea. La ricetta ha vinto, fra le trenta partecipanti, la settima edizione del “Premio Mattia Trivelli” che a Malnisio domenica ha coronato il debutto ufficiale della Pitina Igp con il suo marchio. E nell’occasione, giustamente, si è messo l’accento anche su chi produce questa eccellenza dell’agroalimentare Made in Friuli, tanto che la miglior Pitina Igp è risultata ancora quella dei fratelli Manuel e Sandro Gambon, di Tramonti di Sopra, che si erano già aggiudicati l’edizione 2016.

“E’ cultura e ricchezza del territorio la Centrale Idroelettrica Antonio Pitter di Malnisio, così come la Pitina che festeggia oggi in questa cornice affascinante un traguardo, la tutela europea come Indicazione Geografica Protetta, raggiunto con l’impegno e la determinazione dei produttori, del territorio, dell’amministrazione regionale”, ha detto il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, intervenendo nella frazione di Montereale Valcellina (nella suggestiva cornice della Centrale, splendido esempio di archeologia industriale riconvertita in museo e centro didattico-culturale) all’evento organizzato dall’Ecomuseo Lis Aganis per la consegna del Premio Trivelli 2018, concorso gastronomico che negli ultimi sette anni ha accompagnato e sostenuto il percorso che ha portato la Pitina al riconoscimento europeo. Testimonial e conduttore della bella manifestazione il giornalista e gastronomo Edoardo Raspelli – da vent’anni notissimo volto di Melaverde su Mediaeset -il quale, affiancato dalla collega Alessandra Natali di CafèTv24, ha pilotato un interessante dibattito sulla Pitina ieri e oggi.

Si premia La Torre: Bidoli, Raspelli, gli chef Bincoletto e Talamini, Zanin. Sotto, Bier con la figlia di Trivelli e Giacomello.

Ha aperto la serie degli interventi il consigliere regionale Giampaolo Bidoli, che come presidente dell’Ecomuseo e fino al maggio scorso sindaco di Tramonti di Sotto (uno dei Comuni ricompresi nel territorio di produzione della Pitina, la quale trova la sua storica origine proprio nella Val Tramontina, in Val Colvera e in Valcellina) non ha nascosto la sua gioia per un risultato che potrà essere determinante per una strategia complessiva di valorizzazione delle Dolomiti Friulane. In perfetta sintonia, il presidente della neocostituita Associazione Produttori Pitina, Filippo Bier, che ha raccolto il testimone di Mattia Trivelli (mitica figura di macellaio di Tramonti di Sopra – ospite della cerimonia la figlia Severina -, senza il quale forse della Pitina si sarebbe perduta la memoria). “La Pitina prodotta nel rispetto delle tradizioni, oggi codificate in un disciplinare, non sarà mai – ha sottolineato – un prodotto di massa; il nostro obiettivo non è di esportarla nei cinque continenti, ma di farla conoscere ed apprezzare a chi verrà a scoprirla nel contesto della bellezza selvaggia del nostro territorio”.

Una testimonianza della unicità della Pitina, sotto il profilo gastronomico, è stata quindi portata da Terry Giacomello, “chef stellato a Km zero”: nativo di Montereale Valcellina, per quattro anni allievo di Ferran Adria, ha confermato che la Pitina riesce a stupire anche i gourmet del ristorante di Parma dove attualmente opera. Ha concluso il dibattito lo stesso presidente Zanin, che ha trasferito alla Pitina il concetto del “less is more” (letteralmente, meno è di più) di uno dei padri della moderna architettura. La Pitina Igp, ha osservato il capo del Consiglio regionale, “è una sintesi perfetta di cultura del territorio, tradizione, sostenibilità”; e rispondendo a Filippo Bier ( “per noi produttori – aveva detto – il traguardo della Igp è un punto di partenza e non di arrivo”) ha assicurato anche per il futuro il supporto della Regione, che attraverso l’assessorato alle risorse agricole e l’Ersa ha svolto negli ultimi anni un ruolo determinante per centrare l’obiettivo della Igp.

E’ seguita la proiezione, commentata da Giorgio Viel, direttore del Centro studi regionale dell’Accademia della Cucina Italiana, delle immagini dei 30 piatti di altrettanti ristoratori partecipanti al 7° “Premio Mattia Trivelli”. Un prologo applaudito al momento attesissimo della premiazione: tra i ristoratori, il primo premio assoluto è andato – come abbiamo detto all’inizio – al piatto “Interpretazione Pitiniana” realizzato con il suo staff da Marco Talamini, chef e contitolare del ristorante La Torre di Spilimbergo. La giuria ha inoltre premiato altri quattro piatti meritevoli: quelli del ristorante Edelweiss di Piancavallo, della Trattoria La Santissima di Polcenigo, del Ristorante Da Febo di Tramonti di Sotto e della trattoria Alla Casasola di Maniago.
Infine, per la sezione produttori, ricordiamo che miglior azienda è risultata “La Tana delle Pitine” di Tramonti di Sopra, condotta dai fratelli Manuel e Sandro Gambon, i quali dopo appena due anni hanno fatto di nuovo centro.

Insomma, un vero e proprio successo per il debutto ufficiale della Pitina Igp che carica e sprona a fare ancora meglio. Perché, come ha giustamente sottolineato Filippo Bier, da bravo produttore in quel di Meduno, questo è solo un punto di partenza e non di arrivo. E, allora, tanti auguri alla Pitina Igp. Con impegno e tanta buona volontà – doti che fra questa gente di montagna certamente non mancano – le soddisfazioni di certo non mancheranno.

Infine, un momento del dibattito sulla Pitina ieri e oggi.

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In copertina, la Pitina oggi col marchio Igp.

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