di Gi Elle
Confagricoltura lancia l’allame: in Friuli Venezia Giulia troppo cemento e asfalto, con un preoccupante consumo di terreni agricoli, peraltro molto fertili. Bisogna fermare tutto questo – ammonisce l’organizzazione guidata a livello regionale da Claudio Cressati – e puntare sulla Green economy con la produzione di beni alimentari, cura del territorio, riqualificazione del paesaggio e offerta di servizi di tipo ambientale, sociale, didattico e culturale.
Secondo il Rapporto Ispra 2018 sul consumo di terreno, la nostra regione ha già perso, fino a oggi, 70.571 ettari di siti naturali e si pone al 5° posto in Italia per percentuale di suolo consumato sulla superficie amministrativa. Nell’ultimo anno, il Friuli Venezia Giulia è stato la regione italiana che ha mostrato il secondo incremento percentuale di aree urbane (+0,41) rispetto alla superficie esistente nel 2016. In valore assoluto, sono 291 ettari di suolo naturale perso, corrispondenti a ben 408 campi di calcio!
“La mappa della localizzazione di questi recenti cambiamenti (2016-2017) colloca il nuovo consumo di suolo principalmente nelle aree di pianura e collinari che sono anche le più vocate per l’attività agricola – sottolinea il presidente regionale di Confagri – . Un considerevole impatto è derivato dai lavori per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A4 Venezia-Trieste in alcuni Comuni della bassa pianura friulana, da un nuovo polo logistico a Pordenone, da un polo intermodale, da un parco fotovoltaico e dall’ampliamento di un importante centro commerciale».
La tendenza a consumare suolo al di fuori dei centri urbani in Friuli Venezia Giulia è supportata anche da un’analisi di più lungo periodo (ancora fonte Ispra) che mostra come circa l’89 per cento del suolo consumato nel quinquennio 2012–2017 si collochi in contesti prevalentemente agricoli o naturali, oppure in contesti caratterizzati da media o bassa densità di aree urbanizzate. L’impatto negativo dell’espansione urbana sulle aree rurali non si limita alla perdita quantitativa di suoli, ma riguarda anche la perdita di servizi ecosistemici e la frammentazione di aree agricole e naturali causata dalla dispersione urbana e dallo sviluppo della rete infrastrutturale; frammentazione misurata con un indice che, nella nostra regione, mostra valori elevati proprio in quel 50 per cento del suo territorio che si colloca in pianura.
“È perciò indispensabile – auspica Cressati – approvare in Regione normative urbanistiche che consentano di perseguire il “consumo zero di suolo” raccomandato dalla Commissione europea, al fine di tutelare il suolo, risorsa non rinnovabile, che è bene comune e fondamento per l’attività agricola la quale, sempre più, può rivestire un ruolo strategico in un rilancio economico dei territori in linea con i principi della Green economy e può contribuire notevolmente al miglioramento delle condizioni di vita nelle aree urbane e periurbane – conclude il presidente di Confagricoltura Fvg -, grazie alle importanti funzioni di produzione di beni alimentari, cura del territorio, riqualificazione del paesaggio e offerta di servizi di tipo ambientale, sociale, didattico e culturale”.
In copertina, sono molti i campi di mais “mangiati” dalle grandi infrastrutture.
a seguire:
Un altra foto di mais Friulano, coltura che peraltro si è molto ridotta negli ultimi decenni.